Re e regine inchinatevi di fronte a sua Maestà l’Etna!
Si sa, la Sicilia terra di miti e leggende…quante volte ci è capitato di leggere o di raccontare una storia legata a questa terra? La maggior parte dei miti e delle leggende nascono nel periodo greco e romano, ma la bellezza e la ricchezza di questa terra hanno fatto il giro del mondo, suscitando curiosità e mistero nelle menti delle persone, soprattutto quando si immaginavano non solo l’isola, ma il suo vulcano attivo!
Alcune leggende ci raccontano che l’entrata nel Regno di Ade (che non è l’acronimo dell’Agenzie delle Entrate, ma il regno dei morti…più o meno siamo lì) fosse al centro della Sicilia, più precisamente in una grotta vicino al Lago di Pergusa; qualcun altro poneva l’entrata direttamente nella bocca del Cratere Centrale dell’Etna, le sue fiamme sputate dalla sua bocca si potevano ammirare da diverse parti della Sicilia!
Fu sul finire del regno normanno in Sicilia (1194) che iniziarono a circolare nuove storie che parlavano non solo e non più di dei, ninfe e uomini, ma di cavalieri, di dame, di castelli, di maghi e di streghe, quelli più antichi erano legati ai paladini de La Chanson de Roland, più tardi arrivarono anche le storie legate al Ciclo Bretone e al gran Re Artù. Ovunque si conosceva l’ideale supremo della Tavola Rotonda di Camelot e il magnanimo Artù.
Una leggenda tutta siciliana ci racconta come, nella sua battaglia finale contro suo figlio Mordred, avuto incestuosamente con sua sorella Morgana, Re Artù morente e con Exalibur divisa in due, pregò l’Arcangelo Gabriele che potesse riparare la sua spada e farlo morire in un luogo serenamente. Artù si trovò in cima all’Etna, le lingue di fuoco ripararono la sua spada, stanco e sereno si addormentò e al suo risveglio scoprì di essere in una terra bellissima, in cima al vulcano che si tuffa nel mare, una terra ricchissima e baciata dal sole. L’ultima sua preghiera fu quella di poter abitare per sempre in quel posto stupendo e con l’aiuto della sorella Morgana, si fece costruire una reggia all’interno del Cratere Centrale per tenere buono il vulcano e non far distruggere Catania, quando Artù si allontana dal vulcano, è proprio quando l’Etna erutta!
Ma Re Artù non è l’unico regnante inglese ad essere stato sull’Etna… squilli di tromba…perché sta per entrare in scena anche la Regina Elisabetta I d’Inghilterra! Figlia di Enrico VIII e di Anna Bolena, regnò dal 1558 al 1603, fu uno dei regni più lunghi della storia di allora…levata oggi la Regina Elisabetta II… ma torniamo al passato, ancora più passato… Il Regno di Elisabetta I fu uno dei più importanti per l’epoca moderna, seppe imporsi in ambito commerciale nel panorama europeo e regalò al suo regno benessere ed importanza. Durante il periodo elisabettiano ci fu una fioritura nel campo artistico e culturale. A quanto pare, però, tutto ebbe un gran prezzo…alla corte della regina si vociferava che avesse venduto l’anima al diavolo per poter ottenere tutto ciò e, a quanto pare, la leggenda ci narra proprio che al momento in cui Elisabetta spirò, il diavolo si presentò puntuale a prendersi la sua anima. La prese tra le sue braccia e la portò verso gli inferi, l’entrata era la bocca Centrale dell’Etna, ma nel gettare dentro la regina, le cadde dal piede una lussuosissima pantofola. Qualche giorno dopo la pantofola venne trovata da un giovane pastorello che, provando a prenderla, si ustionò. Raccontato tutto al prete del suo paese, il sacerdote, munito di tutti i sacri crismi, si recò nel luogo dettogli dal pastorello e fece tutte le sue preghiere, all’improvviso la pantofola balzò via e finì sul tetto del Castello dei Maniace.
Dopo due secoli la Sicilia era sotto la dinastia Borbone, i regnanti regalarono ad Horatio Nelson proprio il Castello di Maniace. Una sera si presentò una misteriosa donna che volle parlare con l’ammiraglio e donò lui una scatola chiedendo di non rivelare mai a nessuno il suo contenuto. Aprendola vide che all’interno c’era una pantofola con le iniziali e lo stemma dei Tudor; da quel momento la sua vita fu brillante!
Siccome la curiosità è donna…Lady Hamilton, amante di Nelson, cominciò a ‘cutturiare’ (parola siciliana che deriva dall’inglese to cut, che significa tagliare… no,non è vero, non deriva da lì…ma rendeva il senso di quanto lady Hamilton avesse sfrangiato..ehm..un po’ di compostezza), dicevamo che la gentil signora insistette talmente tanto per vedere il contenuto della scatola, che Nelson, sfinito, gliela fece vedere… Di lì a qualche giorno ci fu la battaglia di Trafalgar, manco a farlo apposta, il povero ammiraglio perse la vita…ma non è finita! La leggenda vuole che fu ucciso con un colpo di sparo tirato dall’albero maestro di una nave nemica fatto con un pino dell’Etna.
La nostra cara Etna è davvero un’eroina internazionale!