Dante e la Sicilia, ricordo nel Dantedì

Dante e la Sicilia, ricordo nel Dantedì

“E la bella Trinacria, che caliga

 tra Pachino e Peloro, sopra ‘l golfo

 che riceve da Euro maggior briga,

non per Tifeo ma per nascente solfo,

attesi avrebbe li suoi regi ancora,

 nati per me di Carlo e di Ridolfo,

se mala segnoria, che sempre accora

 li popoli suggetti, non avesse

mosso Palermo a gridar: ‘Mora, mora!’”

(Dante Alighieri, Paradiso, VIII canto, vv 67-69; 1304-1321)

Da quest’anno, ogni 25 Marzo, festeggeremo il Dantedì, iniziativa del ministero della cultura per omaggiare il Sommo Poeta.

Con Panorama Sicilia, grazie al nostro presidente Gabriele Montemagno, avevamo avviato un’iniziativa qualche anno fa: SERATE LETTERARIE.

Una volta a settimana ci trovavamo insieme per ascoltare Gabriele leggere le terzine di Dante della Divina Commedia. E’ stato un momento associativo molto bello, dove poter ascoltare, condividere e arricchirsi attraverso la cultura. Sappiamo bene come Gabriele, ogni volta ci faccia sognare e ben immaginare i passi che lui ci legge nelle sue giornate o iniziative.

Parlando del rapporto di Dante con la Sicilia, il sommo poeta non visitò mai l’isola, eppure nello scrivere di essa, ne delinea i tratti più belli, come se ci avesse abitato. Non dobbiamo mai dimenticare che al tempo di Dante le notizie erano dilatate nel tempo, quindi più difficile reperire notizie, ma quelle che arrivavano erano quelle più importanti. Dante scrive di una Sicilia bellissima, appartenuta ai greci e ricca di miti,  con uomini e donne del suo tempo capaci di lottare per la propria libertà al grido di “mora, mora!”, il grido di avvio dei Vespri Siciliani. Scrive dei suoi poeti e non dimentica mai di fare politica: nel purgatorio troviamo Manfredi d’Altavilla, l’ultimo re normanno, ucciso nella battaglia di Benevento; mentre il papa lo aveva scomunicato, Dante, con un colpo di penna, lo riabilita e lo riconosce come re, ponendolo nel Purgatorio, anticamera del Paradiso. Dante ammirò sempre la Sicilia per la sua cultura, aveva dato i natali a molti poeti da lui studiati e amati e che lo plasmarono, ammirò il coraggio dei siciliani contro i dittatori angioini e riteneva che i re Normanni furono dei grandi sovrani, capaci di donare prestigio all’isola.

Non si può non celebrare il sommo poeta! Noi di Panorama Sicilia lo facciamo con il ricordo di tante serate passate insieme nella lettura dei suoi versi!

GABRIELE MONTEMAGNO, PRESIDENTE DI PANORAMA SICILIA

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